Storie, politiche e pratiche della Contact Improvisation.
 
Un oggetto danzante non identificato è caduto cinquant’anni fa sul suolo statunitense.
Era uno sperimentare le leggi del movimento attraverso il movimento stesso e attraverso la
relazione fra i corpi. Un modo diverso e decentralizzante di fare corpo. Quale la sua strategia?
Far cadere i corpi nelle pieghe delle loro relazioni col mondo. In questo modo il punto di
vista oggettivo della fisica newtoniana è stato ribaltato per considerare la caduta dal punto di vista della mela e riconsiderare la danza a partire dall’esperienza vissuta. Da allora le rivoluzioni operate dalla Contact Improvisation (così finì per essere nominato questo oggetto) hanno fecondato i luoghi di ricerca pratico-teorici della danza contemporanea in ogni parte del mondo. Questo volume collettivo tenta di ripercorrere le tracce storiche, politiche e poietiche di questa forma in Europa, ma soprattutto in Italia e in Francia, in cui i suoi innesti hanno germogliato rapidamente. Sono qui oggetto di riflessione le radici della Contact Improvisation negli Stati Uniti e il loro trapiantarsi oltre l’Atlantico; le ramificazioni scaturite dai suoi movimenti attivisti e gli interrogativi sulle questioni di genere, razza e classe che animano le coreografie sociali; i frutti, ovvero quei saperi che nascono dall’esperienza stessa del danzare e che permettono di formulare il pensiero insito nelle pratiche: il pensare attraverso il fare. Ecco un quadro dell’opera tentacolare fin qui intrapresa dalla Contact Improvisation che apre uno scorcio sull’insieme delle reti locali e internazionali che collegano tutti quei danzatori e quelle danzatrici che dal 1972 si sono dedicati/e a studiare il mondo dal punto di vista della mela.